In viaggio alla scoperta della Malesia

Malesia è un paese giovane e moderno, ma con la sua natura millenaria non ha nulla da invidiare ai suoi paesi limitrofi che fondono nel loro passato e nella loro storia il loro appeal per i turisti.

Il paese nonostante un recente sviluppo è ancora molto attaccato alle sue radici, tanto che oggi non si è ancora completamente aperto al turismo di massa, ma ha voluto preservare il suo habitat che poi è una delle sue principali ricchezze, un suo simbolo e uno degli aspetti più importanti per ogni cittadino malese.

Oggi la Malesia deve la sua fama principalmente a due suoi aspetti: la sua natura unica che insieme alla foresta amazzonica rappresenta uno dei due polmoni del Mondo e al suo bellissimo mare sicuramente tra i più belli di tutto il sud-est asiatico.

Parlando di natura non possiamo non parlare della zona dove tutto questo raggiunge l’apice e cioè tutta la regione del Borneo che nella sua parte settentrionale appartiene allo stato Malese.

Questa zona si suddivide in due regioni ben distinte, quella del Sarawak e quella della Sabah.

In entrambe le zone il turista può godere di bellissimi paesaggi, percorsi di trekking nella giungla più fitta e inesplorata, percorsi fluviali, arrampicate, e ovviamente l’avvistamento e il contatto con diverse specie di animali.

Tra questi segnaliamo le visite agli oranghi nei vari centri di riabilitazione, l’avvistamento delle scimmie nasiche sulle rive del kinabatangan, i più fortunati possono vedere anche coccodrilli e elefanti, oltre che tante specie di volatili tra le quali quello più caratteristico è sicuramente il bucero simbolo del Borneo.

Ma una delle esperienze più interessanti che si possono fare nel Borneo è il contatto con le tribù autoctone i “mitici” tagliatori di teste citate da Salgari nei suoi romanzi.

In realtà le etnie sono diverse, ma le più note sono quelle degli Iban, piuttosto numerosi nella zona del Sarawak, con le loro abitazioni caratteristiche dette longhouse, dove il turista può entrare a stretto contatto con gli abitanti, trascorrendo un’intera giornata insieme a loro, vivendo secondo i loro usi e le loro abitudini.

In alcune longhouses gli iban conservano ancora appesi, i loro trofei, le teste tagliate di guerrieri di tribù locali.

Per la Malesia “subacquea”, oltre ad esserci qualche buono spunto nella Malesia peninsulare, vedi Perenthian, Redang o Lang Tengah, quando si parla d’immersioni e fondali mozzafiato inevitabilmente parliamo del borneo Malese. Luoghi come Layang-Layang, Sipadan, Mabul, Kapalai, Mataking, Pom Pom o Lankayan sono ormai una meta d’obbligo per ogni subacqueo.

Layang-Layang, che appartiene alla Repubblica della Malesia, indipendente dal 1957, è un atollo che si trova a circa trecento chilometri dalle coste del Borneo orientale di fronte alla costa di Kota Kinabalu, ed è raggiungibile in aereo grazie ad una piccola pista di atterraggio realizzata per scopi militari un paio di decenni orsono. Periodo ideale per svolgervi attività subacquea va da marzo a inizio di ottobre, con una temperatura marina prossima ai 29°C e quella esterna che oscilla tra un minimo di 26°C ed un massimo di 31°C durante tutto l’anno. Le sue acque, particolarmente trasparenti, consentono a tutti i sub, specialmente quelli appassionati di riprese fotografiche e video, di godere interamente delle scenografie che i suoi fondali custodiscono.

Sipadan, situata a est del Borneo, è interessata dal Mare di Celebes ed è raggiungibile in barca partendo da Semporna.  Fino a fine 2004 sull’isola c’erano 3 resort oggi chiusi in quanto il governo ha deciso di chiudere al turismo l’isola. Ad oggi l’unico modo di poter visitare l’isola, sia sopra che sott’acqua, è soggiornando a Mabul, kapalai, Pom Pom o Mtaking, tenendo conto che il numero di visite è contingentato. Come per la maggior parte degli atolli presenti in questo mare, fa parte di un cono vulcanico che si eleva dalle profondità dell’Oceano Indo-Pacifico. Per le migliori immersioni è consigliato visitare Sipadan nei mesi compresi tra marzo e novembre grazie alla trasparenza dell’acqua che consente una visibilità fino a trenta metri “in orizzontale”. La media della temperatura marina è di 28°C mentre quella terrestre si aggira intorno ai 30°C.

Mabul Kapalai distano solo un paio di miglia da Sipadan. Bagnata anch’esse dal Mare di Celebes è ubicate a sud-ovest della punta estrema orientale dell’isola del Borneo, e cioè nella regione di Sabah. Stagione propizia per immergersi tra le sue acque è da aprile a ottobre compreso. Il clima è uguale, considerata la vicinanza, a quello di Sipadan, come pure identica la temperatura del mare. In queste isola si fanno alcuni tipi di immersione differenti dalle “pareti” Sipadan, sono quelle che i gergo si chiamano “muck dives”, ovvero immersioni prevalentemente su fondali sabbiosi dove si vedono specie di creature molto particolari.

Stessa localizzazione geografica, delle isola di cui sopra, per Mataking e Pom Pom, identica a Sipadan la stagionalità per le immersioni, e quindi da marzo a novembre, In questo caso la tipologia delle immersioni sono un mix tra muck e pareti. Isole circondate da reef e da un mare dai colori incredibili!!

Lankayan è conosciuta anche come “il giardino di corallo del Borneo”. Disabitata e incontaminata fino a qualche anno fa, l’isola si trova nel mare di Sulu, al largo delle coste orientali del Borneo Malese, ad un’ora e mezzo di barca da Sandakan. L’intera superficie è ricoperta di foresta tropicale e circondata da una meravigliosa spiaggia di sabbia bianca con un reef ricco di vita. E’ l’ideale non solo per i sub, ma anche per chi apprezza la serenità e tranquillità di un’isola paradisiaca con splendide albe e tramonti. La sosta di una notte al Sepilok Nature Resort di Sandakan, permette di abbinare alla visita del centro di riabilitazione degli oranghi di Sepilok.

Nicola Paci e Walter Quintavalle, Consulenti di viaggi online Evolution Travel

Sarawak
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Mabul Island
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Pom Pom Island
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