Sulle tracce di Shackleton

Non tutti, immagino, conoscono Sir Ernst Shackleton, esploratore di origini irlandesi uno tra i protagonista della storia dell’esplorazione polare nei primi anni del secolo scorso.
Proprio 100 anni fa infatti Shackleton si trovava nel bel mezzo di una spedizione, potremmo dire fallimentare, che divenne però una delle imprese più eroiche della storia dell’esplorazione.
Nel dicembre del 1912 il polo Sud era stato appena conquistato da Roald Amundsen; il suo obiettivo, allora, divenne quello di attraversare a piedi l’Antartide.

Per reclutare il suo equipaggio pubblicò un annuncio sui quotidiani londinesi che diceva così: “Cercasi uomini per viaggio rischioso. Paga bassa, freddo glaciale, lunghe ore di completa oscurità. Incolumità e ritorno incerti”. Si presentarono oltre 5000 persone!
Partito dall’Inghilterra con la nave Endurance all’inizio del 1914, dopo circa 1 anno di navigazione giunse in prossimità dell’Antartide. La nave rimase però bloccata tra i ghiacci nel gennaio 1915. Dopo circa 9 mesi alla deriva, la sua nave, stritolata tra i ghiacci, affondò. Chiaramente questo cambiò completamento l’obiettivo della spedizione.
La sua missione divenne allora quella di riportare, sani e salvi a casa, tutti e 27 i suoi compagni di viaggio. Dopo 20 mesi trascorsi in balia delle terribili condizioni climatiche, prima navigando con delle piccole scialuppe tra i ghiacci e successivamente attraversando mari tempestosi, raggiunse le Isole della Georgia del Sud dove riportò vivi tutti i suoi compagni

Su questa spedizione sono stati scritti libri, prodotti film, documentari, spettacoli teatrali che oltre a descrivere il viaggio esaltarono il ruolo di leader di Shackleton e la sua capacità di motivare il proprio gruppo, mantenerlo unito e forte contro le avversità della natura che aveva intorno.
Tutta la spedizione è stata documentata dal fotografo del gruppo, Frank Hurley, che ci ha lasciato delle immagini davvero uniche e spettacolari.
Per chi fosse interessato ad approfondire questa avventura ecco alcuni riferimenti:
Alfred Lansing: “Endurance: l’incredibile viaggio di Shackleton al Polo Sud“, (Endurance, Shackleton’s Incredible Voyage) – Tea 2003
Stephanie Capparell, Margot Morrell: “La via di Shackleton” – Sonzogno 2002
Caroline Alexander: “Endurance. La leggendaria spedizione di Shackleton al Polo Sud” (Shackleton’s Legendary Antarctic Expedition)- Sperling & Kupfer 1999.
Frank Hurley, The photographs of South with Endurance. Bloomsbury, 2004.

Oggi l’Antartide rimane un luogo unico. Non solo per le sue condizioni climatiche estreme ma anche perchè è regolamentato da un trattato internazionale firmato nel 1959 che fa dell’Antartide un enorme laboratorio naturale ed incontaminato.
Le uniche attività che possono essere svolte in Antartide sono attività di ricerca. Non esiste una popolazione autoctona ma solamente ricercatori e tecnici che vivono nelle basi scientifiche che numerose nazioni hanno costruito sul territorio o sul ghiaccio dell’Antartide.
A distanza di un secolo i luoghi sono rimasti gli stessi, nulla è cambiato rispetto a quanto ci racconta Shackleton. Molto è cambiato invece per quanto riguarda i trasporti, la tecnologia, le comunicazioni l’abbigliamento, tutti aspetti che rendono un viaggio in Antartide molto meno difficoltoso e alla portata di molti.

Oltre ai ricercatori anche i turisti possono arrivare in Antartide. Possono partecipare a viaggi e crociere che sono comunque costruiti nel pieno rispetto dell’ambiente. Tutti i tour operator che operano in Antartide fanno parte di un’associazione, la IAATO, che ha fissato delle regole precise per ridurre al minimo l’impatto del turismo nelle zone visitate.

Per chi è amante dei viaggi in ambienti polari, non solo Antartide, è dedicato il portale “Ai Poli Estremi

Carlo Ossola, Consulente di viaggi online Evolution Travel Italia

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