Alla scoperta della Riviera del Cònero…

Quando Pablo Neruda scrisse la famosa frase “Se non scali la montagna non ti potrai mai godere il paesaggio” non era ispirato da nessun monte ma alludeva alla sfide della vita e ai suoi duri percorsi….è però un dato di fatto che la frase fa capolino in testa ogni volta che dalla cima del Monte Cònero lo sguardo spazia sulle coste a sud di Ancona fino alle colline marchigiane e in lontananza si vedono Loreto, Recanati, Castelfidardo, Osimo….

In verità caro Monte Cònero con i tuoi 572 metri non sei un vero monte ma bensì un promontorio, ma sei l’unica emergenza a picco sul mare da Trieste al Gargano e quindi il titolo ti spetta …  Ad honorem! E in cambio con la tua mole proteggi  da occhi indiscreti spiagge di ciottoli bianchi e calette segrete. E tra baie, grotte e pinete che si affacciano sul mare, l’acqua cambia colore, trasparente e profonda, passando dai toni dell’azzurro più cristallino al verde smeraldo.

Questa oasi di pace e natura che rappresenta un piccolo mondo a parte lungo la costa Adriatica è area protetta dal 1987: il Parco del Monte Cònero, meta irrinunciabile per escursionisti e amanti della natura.

E’ possibile passeggiare nei 18 sentieri che si snodano fra i boschi, da soli o accompagnati da guide esperte, osservare il passaggio di uccelli migratori come il falco pellegrino e i rapaci notturni, visitare preziose testimonianze storico-artistiche come la Torre di Guardia e la chiesetta romanica di Santa Maria nella baia di Portonovo. Questi sentieri si differenziano per i vari livelli di difficoltà, per la durata del percorso e per il mezzo, infatti alcuni possono essere percorsi a piedi, in mountain bike o a cavallo, altri solo a piedi.
E per tutti coloro che vengono per godersi il mare, la Riviera del Cònero ha in serbo spiaggie per tutti i gusti…la più particolare e  raggiungibile solamente via mare è la spiaggia delle due Sorelle chiamata in questo modo per i due scogli gemelli che emergono dalle acque di questo mare limpidissimo: una spiaggia bianca, un gioiello di natura incontaminata, naturalmente senza nessun servizio. Ci sono molte leggende che riguardano questi due scogli. La più raccontata è quella di una Sirena che attirava con il suo seducente canto i marinai all’interno della grotta degli Schiavi, dove i malcapitati venivano imprigionati. La perfida Sirena aveva un alleato cioè un Demone marino che per le sue cattiverie venne trasformato in pietra e diviso in due da qui le due Sorelle.

Un’altra spiaggia particolare ma non adatta a tutti è la spiaggia di Mezzavalle, il primo lungo tratto di spiaggia bianca della Riviera, conosciuta anche per la fatica necessaria per  raggiungerla che non impedisce a numerosi bagnanti di affollarla soprattutto nei week-end. Si raggiunge attraverso un ripido sentiero a nord di Portonovo o via mare. Priva di stabilimenti, sono presenti docce, servizi e un ristorante.

Più facile da raggiungere è la spiaggia di Portonovo, una baia ai piedi del fianco nord del monte caratterizzata dai bianchi e levigati sassi dell’arenile che fanno contrasto con il blu del mare. Ci sono zone di spiaggia libera che si alternano a zone completamente attrezzate e ci si arriva con  una strada che scende lungo il fianco del monte.

La spiaggia La Vela è chiamata così per lo scoglio a forma di vela che si trova sulla parte terminale, di sassi e ghiaia, si raggiunge con una strada che scende lungo il fianco del monte.

Meta di numerosi naturalisti, la spiaggia dei Sassi Neri è lunga, libera e selvaggia, caratterizzata da sassi e renella scura e si raggiunge in auto.
Ci sono poi altre bellissime spiagge più facilmente raggiungibili in auto o con navette e sono la spiaggia di San Michele, la spiaggia Urbani, la Spiaggiola e tutto il litorale di Marcelli di Numana….ma qualunque sia il tratto di spiaggia  prescelto dai turisti, il mare è il ricordo più bello che portano a casa nel loro bagaglio delle vacanze…e tu caro Monte Cònero non te la prendi perchè sai che tutto ciò è possibile grazie a te 🙂

P.S. Il monte Cònero prende il nome da un suo antico prodotto, il Komaròs per gli antichi greci, il Corbezzolo o “ciliegio marino” per noi. Si tratta di un arbusto tipico della macchia mediterranea e i suoi frutti sono bacche rotonde di sapore dolciastro, con buccia granulosa di colore giallo/rosso a seconda della maturazione. Vengono raccolti a fine autunno e possono essere consumati freschi o in confettura.

Roberta e MarinoConsulenti di Viaggi online, Evolution Travel

Monte Cònero
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Le due sorelle
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Spiaggia di Marcelli
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