Ponte dell’Immacolata a Dubai

Tuffarsi nella straordinaria Dubai vi farà rendere conto che tutte le distanze vengono rapportate a quanto il Mall of the Emirates è più o meno vicino.
Il Mall of the Emirates è un centro commerciale da record, la sua caratteristica principale, ciò che lo rende unico al mondo, è Ski Dubai, la  famosissima pista da sci ricostruita al suo interno, con tanto di neve vera, impianto di risalita a skilift e seggiovia, pista per lo slittino e rifugio. Un versante alpino ricostruito in tutto il suo splendore e assolutamente partecipato da un folto pubblico di curiosi che vogliono sciare sulla pista più assurda del mondo.

Se volete avvicinarvi all’aspetto religioso che regola la vita degli arabi, la Grand Mosque, nel quartiere di Jumeirah, è l’unica moschea di Dubai aperta al pubblico dei visitatori non musulmani. Nell’ambito del progetto “Open minds, open doors”, Dubai presenta ai turisti non musulmani la religione islamica, il credo, la pratica religiosa, la preghiera.

A farvi la visita guidata è una donna, avvolta nel suo abito tradizionale e nel velo nero che vi spiega i 5 pilastri dell’Islam (la professione di fede, la preghiera, la carità, il ramadan, il pellegrinaggio alla Mecca), e  spiega come funziona il rito (l’uomo si deve detergere per purificarsi prima di entrare a pregare). La donna ha spazi separati e deve entrare con la testa velata;  tutti devono togliere le scarpe. Il rispetto del luogo sacro è la prima cosa, naturalmente. La moschea è una costruzione recente, della fine degli anni ’70, ma è ugualmente bella e rispecchia l’architettura tradizionale delle moschee.

La spiaggia di Dubai, la famosa Jumeirah Beach; passa accanto al Burj-al Arab, l’hotel a forma di vela, uno tra gli hotel più famosi del mondo, non fosse altro che perché quando fu costruito entrò subito nel Guinness dei primati per essere l’hotel più alto del mondo con i suoi 322 mt. di altezza e per essere uno dei pochissimi hotel 7 stelle del pianeta. Non distante vi è l’ hotel a forma di onda, il Jumeirah Beach, famoso per aver ricostruito sui fondali della sua spiaggia privata una barriera corallina.

Il Burj Al Arab è un capolavoro dell’architettura contemporanea, simbolo allo stesso tempo di lusso e di genio architettonico, invidiato e chiacchierato nel resto del mondo. A vedere ostentazioni di questo tipo ci si chiede  perché e da cosa derivi il bisogno di creare qualcosa di talmente esagerato da essere inarrivabile alla maggior parte dei comuni mortali, a cosa serva questa ostentazione di ricchezza, questo bisogno di far parlare di sé.

Ogni cosa qui a Dubai è stata  costruita con il placet dell’emiro Sheikh Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, un uomo straordinariamente visionario,   che ha deciso di investire i proventi derivanti dal petrolio, nella creazione di un mito, quello di Dubai. Un uomo dalle risorse illimitate, sia di denaro che di terre, che ha saputo sfruttare entrambe: questo è l’emiro di Dubai, e ciò che si vede intorno  non è altro che l’ostentazione del risultato cui la combinazione di queste due risorse ha portato, unitamente ad una mente aperta e ricettiva di tutto ciò che può essere sfida, eccesso, fantasia trasformabile in realtà.

IL Burj Khalifa anch’esso è un grattacielo  da guinness e l’ascensore non è da meno: percorre in 1 minuto i 124 piani, mentre  storditi e increduli vi capiterà di osservare lo scorrere velocissimo dei numeri sul display. Arrivati in cima con le orecchie tappate, ci si può  finalmente sporgere a guardare il panorama. Su in alto tira un vento freddo e fortissimo ma non  impedisce, comunque, di guardare in basso e fa impressione….

Fa impressione sia perchè a quell’altezza non è facile esserci stati altrove,  sia perché  la città di sotto  non ha forma: si stende piuttosto a macchia di leopardo: qui un agglomerato di grattacieli, lì un cantiere, più in là altri grattacieli, poi aree vuote e più in là il deserto.  Questo è  almeno ciò che si coglie dal 124° piano del Burj Khalifa; naturalmente non si arriva con lo sguardo  fino a Deira, che è troppo lontana  e che, essendo più “antica” ha una forma compiuta. Nell’area della DownTown Dubai, dove ci si trova, vale la regola dell’indefinito.

Verso il mare lo sguardo riesce a spaziare fino all’inconfondibile Burj-al Arab e alla Palm Jumeirah. Si può individuare anche, dritta davanti  la presenza di The World, l’arcipelago artificiale a forma di planisfero in cui ogni singola isola corrisponde ad uno stato o parte di esso, un altro esempio di dove può arrivare la fantasia quando incontra risorse economiche smisurate.

Di sera la piazza antistante il Dubai Mall è sempre  fitta di gente,  perchè dalle 18 in poi si anima uno spettacolo meraviglioso di fontane che lanciano i loro fiotti d’acqua a tempo di musica. Spettacolo insieme commovente e opulento, mentre cala la notte sul Burj Khalifa e su DownTown Dubai.

L’altro volto di Dubai è la Dubai tradizionale, che si può scoprire nel quartiere di Bastakija. Basta  percorrere  il lungofiume, al quale sono attraccati gli abra, i taxi fluviali che collegano i vari approdi lungo le due rive del Creek, e i dhow, le grandi barche tradizionali riadattate oggi per crociere lungo il creek o come ristoranti per cene al chiaro di luna, per ritrovarsi in una Dubai diversa.

Percorrendo  dunque il lungofiume ci si inoltra nel souq di Bastakija e, se ci si arriva in prima mattinata quando non è ancora aperto e  per strada non c’è nessuno, ha un’aspetto così vuoto e surreale, soprattutto se si pensa che di lì a poco sarà un brulicare di gente, di compratori che vendono la loro merce, di possibili avventori, e di merci coloratissime. La sua architettura è costituita da una via piuttosto stretta, coperta da un tetto di legno e su di essa si affacciano una accanto all’altra le botteghe, ciascuna con la sua insegna scritta sia in arabo che in inglese.
Quando le vie del souq cominciano a riempirsi di gente, principalmente del posto, e le botteghe, ormai aperte mostrano la loro mercanzia: ci si trova fra un’alta concentrazione di tessuti varopinti,  più o meno impreziositi da borchiette, brillantini e quant’altro possa servire per arricchire un panno colorato, pashmine e veli, ma non solo. E’ il souq delle stoffe.
Se volete fare un acquisto in un souq di Dubai dovete essere abile nella arte, tutta araba, del mercanteggiare.

Il quartiere di Bastakija è in effetti il più antico di Dubai, risale alla metà dell’800 ed è senza dubbio il cuore storico dell’Emirato, per lo meno nell’unico rimasto e preservato dai cambiamenti continui avvenuti nella città dagli anni ’60 in avanti.

In realtà tutto  è quasi completamente ricostruito, poco è rimasto del quartiere storico originale, giusto il Fort Rashid che ospita il Dubai Museum, ma che sia originale o ricostruito, ciò che importa è la volontà di trasmettere il ricordo di com’erano le abitazioni: in pietra, intonacate del colore della sabbia del deserto e caratterizzate dalle particolarissime torri del vento, torri quadrate, aperte, con dei pali di legno incastrati all’interno, progettate per creare una sorta di ricircolo di aria, un antenato dell’aria condizionata, per refrigerare gli ambienti nelle calde estati in quest’area a Sud del Golfo Persico. Qui sono ospitati alcuni dei ristoranti tipici  che offrono ai propri clienti un’oasi di pace lontano dal traffico cittadino delle grandi arterie di comunicazione.

Se si arriva nel più grande complesso del souq di Deira ci si trova nel souq delle spezie e nel souq dell’oro. Il  Grand Souq “Deira” vi  dà il benvenuto in fremente attività: i negozianti vi  invitano chi ad annusare spezie, chi ad accarezzare stoffe, chi ad acquistare caffettiere… il souq è una dedalo di viuzze che si incrociano, una più stretta dell’altra e fa presto a formarsi confusione. Qui  le botteghe espongono in sacchi fuori dalla porta la loro mercanzia, in modo che le donne o gli acquirenti possano attingere a piene mani tra cumino, cardamomo, zafferano dell’Iran, pepe, limone essiccato e quant’altro possa passare sotto il nome di spezie. Profumi intensi da Mille e una Notte: questo è esattamente il profumo che si ha in mente quando si pensa all’Arabia, che incanta e stordisce, che non si dimentica. È quasi ipnotico, e non si fa fatica a crederlo.
Il souq dell’oro è un brulichio di turisti che arrivano a frotte per vedere le vetrine delle botteghe orafe che vi si affastellano. Questo souq è un po’ più ampio degli altri, ma è brulicante di gente, per la maggior parte turisti. Le vetrine di gioielli sono una gioia per gli occhi: tutto questo giallo, a fiumi, lavorato in monili esagerati per un gusto e per un lusso cui non siamo abituati lascia letteralmente a bocca aperta! Le collane spesso sono pettorali, quelle che fanno bella mostra di sé in esposizione, mentre i bracciali così spessi sono quelli che immaginiamo indossati dalle odalische delle fantasie arabeggianti…  La mente va facilmente alle danzatrici di danza del ventre con i loro abiti ricchi di pendenti preziosi e tintinnanti…è facile farsi prendere dalla fantasia favolistica e dei luoghi comuni.

Dubai non è solo quella città frivola e lussuosa che le immagini alla tv o su internet ci fanno intravvedere e non è per pochi eletti multimilionari, ma è al contrario alla portata di tutti.  Tradizione e modernità, dove gli uomini preferiscono l’abra alla metropolitana e le donne  sotto l’abito nero e il velo hanno occhi truccatissimi e scarpe tacco 12 e dove il deserto  lambisce  un’urbanizzazione spietata.
Molti sono i progetti in corso per rendere Dubai ancor di più meta turistica, come DubaiLand, il parco divertimenti che sarà ultimato nel 2020 e che sarà grande il doppio della Disneyland di Orlando in Florida, ma accanto a questa Dubai che fa notizia, c’è un’altra Dubai, pacata,  lenta e tradizionale, un vero gioiello da scoprire.

 Cristina Giro, Consulente di viaggio online Evolution Travel Italia

Burj Khalifa e Dubai Fountain
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Burj Al Arab
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