EST EUROPA, tra leggende, miti e…sorprese!

Le tradizioni culturali dell’ Est Europa sono ricche di miti e leggende che sono parte integrante e significativa della loro identità.
Le leggende ci raccontano di eroi e prodi cavalieri, re e regine, draghi e aquile reali, e che ancora oggi sono legati a dei luoghi particolari  di ogni Paese, luoghi di visita e attrazione.

In Polonia, esattamente a Cracovia, si racconta di Krakus e del leggendario Drago di Cracovia.

“Si narra che dopo un periodo di pace e felicità sotto il regno di Krak, cominciarono a succedere dei fatti terribili: sparivano i bambini dei cittadini di Cracovia. Alla fine fu trovato il motivo. Nella grotta ai piedi della collina di Wawel viveva un drago. Il re Krak ordinò che chiunque fosse riuscito ad ucciderlo avrebbe avuto in sposa sua figlia oltre alla metà del regno. Molti cavalieri provarono ad uccidere il drago ma nessuno vi riuscì. Un giovane calzolaio di nome Scuba disse che sapeva come eliminare il drago.

All’alba del giorno successivo, Scuba si recò alla grotta dove lasciò una pecora finta, ripiena di zolfo. Il drago uscì dalla sua grotta e si lanciò sulla pecora divorandola in un batter d’occhio, quando sentì lo stomaco bruciare. Si gettò subito nel fiume Vistola bevendo tanta acqua sperando di calmare il fuoco dentro di lui. Bevette così tanta acqua che scoppiò e ci fu grande gioia a Cracovia e Scuba , come promesso, sposò la figlia del re e regnò Cracovia per molti anni.”

Ancora oggi i turisti passeggiando sul lungo Vistola si fermano curiosi davanti al drago che  ogni 10 minuti sputa fuoco per la gioia dei bambini.

Il prossimo racconto ci porta nella Repubblica Ceca ed esattamente a Praga sotto l’ Orologio astronomico della Torre del Municipio dove ad ogni cambio dell’ora si assiste ad uno spettacolo meraviglioso.

Prima esce San Paolo con in mano un libro ed una spada, poi Tommaso con una lancia, seguito da Giuda anch’esso con un libro. Dalla seconda finestra esce Pietro con una chiave, Matteo con un ascia e Giovanni con un serpente. Per ultimo Filippo e Giacomo con una croce e una mazza. Rientrato il corteo, il gallo che si trova sopra le finestre dell’orologio, canta l’ora appena scoccata.

L’artefice di questo spettacolare orologio fu Mastro Hanus, che divenne famosissimo e richiestissimo da altre città, così che per evitare che Mastro Hanus progettasse un orologio più bello di quello, alcuni consiglieri accecarono il mastro orologiaio con un ferro rovente per impedirgli di lavorare. Quando riuscì a riprendersi, il vecchi mastro , chiese di essere portato alla torre dell’orologio: sebbene non potesse vederlo,voleva toccarlo e così avvenne.

Il Mastro orologiaio, conosceva così intimamente tutti i meccanismi dell’orologio che lo danneggò volutamente come vendetta per il torto subito. Per anni nessuno fu in grado di sistemarlo ed ancora oggi è malfunzionante.

In Ungheria non è strano imbattersi nell’immagine di un uccello rapace. La più grande e nota statua si trova a Budapest sulla sommità della collina di Buda vicino al Palazzo Reale. L’animale ha le ali spiegate, stringe una spada tra gli artigli e domina dall’alto il  Danubio.

La leggenda del Turul

Emese, la moglie del re Magog sovrano del regno magiaro, ebbe in sogno un Turul ( uccello mitologico assomigliante ad un aquila) che annunciava la nascita di un figlio della coppia che sarebbe diventato un sovrano ancora più grande del padre, e a sua volta i discendenti sarebbero stati ancora più potenti fino a creare una dinastia forte, temuta e rispettata.

Tempo dopo l’uccello apparve in sogno anche al Re Magog ma la sua premonizione fu diversa infatti sognò che enormi aquile assalivano le mandrie degli ungheresi sbranandole. Dopo questo sogno, il giorno successivo, tra le mandrie dei magiari si scatenò il putiferio: le bestie cominciarono a uccidersi tra loro, così gli avvoltoi ne approfittarono per cibarsi delle carcsse degli animali morti, quando improvvisamente arrivó un Turul che uccise uno degli avvoltoi. Il sovrano, rivivendo il proprio sogno, capì che doveva seguire il volatile.

Quindi chiamò a raccolta tutti i sui uomini e insieme partirono verso la “terra promessa”. Si accampavano ogni sera laddove videro il Tucul sparire, fino al giorno in cui non si presentò più dinanzi ai loro occhi. Quel giorno erano giunti nel bacino dei Carpazi e Álmos ormai era molto anziano. Il suo posto venne preso da suo figlio, Árpád, che regnò sui magiari a capo di una dinastia forte e rispettata.

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Drago di Cracovia
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Orologio di Praga
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Turul di Budapest
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