Viaggio su un altro pianeta: sconosciuto ed accogliente Giappone

Nell’imminenza del mio prossimo viaggio in Giappone, durante la preparazione dell’itinerario  alla scoperta delle località che da tempo desidero visitare, si rinnovano ed affiorano alla memoria le sensazioni provate durante la prima visita del Paese.

Con una leggera nostalgia penso allo stupore iniziale ed all’emozione che si prova quando ci si accorge di non essere solamente sbarcati in un luogo lontano, dove si incontrano culture e tradizioni diverse, ma proprio su un altro pianeta.

Anche chi ha viaggiato in lungo e in largo per il mondo, al rientro a casa, porta con sé la sensazione di aver vissuto un esperienza insolita e fantastica, il contatto con un altra civiltà, quasi extraterrestre.
Lo straniamento iniziale in breve si trasforma in uno sguardo stupito e subito dopo, nella meraviglia che colpisce un bimbo quando vive un’esperienza per la prima volta.

Noi europei spesso ci stupiamo di come i giapponesi in viaggio fotografino tutto ciò che li circonda, dai monumenti più famosi alle piccole cose della vita quotidiana; ebbene, dopo un viaggio in Giappone nessuno se ne meraviglierà più, poiché noi, a casa loro, facciamo esattamente la stessa cosa.

Come non rimanere estasiati di fronte ad uno dei meravigliosi templi di Kyoto, antichissimi e circondati da giardini zen, curati nei minimi particolari, dove ogni ciottolo rivela particolare attenzione verso la bellezza e l’armonia del luogo?
Allo stesso tempo chi riuscirebbe a rimanere indifferente davanti alla confezione di un regalino, magari di poco valore, confezionato con carta preziosa, dalle numerose piccole pieghe che lo fanno somigliare ad un gioiello?

E’ altrettanto facile rimanere colpiti da un Palazzo Imperiale, antico e prezioso nella sua essenziale semplicità e ritrovare lo stesso stile, rigoroso e armonico nella casetta di periferia a Yokohama.

O ancora i colori dei Templi, tra cui il mio preferito, Itsukushima, adagiato su palafitte, sul mare dell’isola di Miyajima, vicino ad Hiroshima, tutto laccato di rosso, e ritrovare la stessa tonalità di rosso che fa capolino sotto il Kimono di una sposa Scintoista, o tra le pieghe di un abito, o sulle labbra dipinte di una Geisha.

Chi riesce a rimanere indifferente e non fotografare il piatto servito in un anonimo ristorantino di Osaka? Nella presentazione del cibo, che in Giappone è di altissima qualità, nulla è lasciato al caso ed ogni particolare deve innanzitutto colpire ed appagare il gusto estetico, e solo dopo il palato, anche se la cena viene consumata nel più semplice dei locali.

Gli aspetti che mi colpirono maggiormente quando andai in Giappone per la prima volta, furono l’assoluta tranquillità e sicurezza, la totale mancanza di microcriminalità, ed il silenzio rispettoso che regna ovunque.

Il comportamento signorile ed elegante è tipico del popolo e lo si ritrova tra tutte le classi sociali: dall’inserviente del treno, che si inchina con deferenza non servile al passeggero, nel porgere il biglietto, o nella signora in Kimono che passeggia tra le boutique del lusso di Tokyo.

Per me, viaggiatore italiano, sempre attento ai propri effetti personali, era un divertimento vedere signore che viaggiavano nell’affollata metropolitana di Tokyo, dimenticando le loro borsette aperte, o uomini con il portafogli in bella vista che spuntava dal taschino della giacca, oppure trovarmi a fare una lunga discussione per poter stipulare un assicurazione contro il furto della bicicletta a noleggio, senza peraltro riuscirvi. Lasciarla fuori da un tempio o dal ristorante, senza lucchetto e ritrovarla al medesimo posto dopo un paio d’ore, per me non è ancora diventata un’abitudine scontata.

Da allora, in ogni mio viaggio, la bicicletta è diventata una compagna utile, salutare e divertente; e che soddisfazione sapere che questo mezzo deve circolare sui marciapiedi, e non tra le auto nel traffico cittadino, dove ha diritto di precedenza persino sui pedoni!

Abituato poi alla rumorosa allegria dei connazionali, camminare per le vie della caotica Tokyo, senza sentire rumori di auto, telefoni o persone che parlano ad alta voce, all’inizio era una sensazione assai strana. Mi pareva impossibile che si potesse passeggiare in una megalopoli brulicante di vita, al contempo magicamente silenziosa.

Il solo momento di confusione che ricordo, è all’asta dei tonni del mercato del pesce di Tokyo, esperienza unica, un po’ cruda ma assolutamente imperdibile che ripaga ampiamente dalla sveglia prima dell’alba; e che piacere assoluto la colazione giapponese servita tra i banchi del mercato!

Moltissime sono le cose che ora non mi stupiscono più, ma fa sempre un certo effetto notare la totale mancanza dei cestini per rifiuti, ed allo stesso tempo non vedere una cartaccia in strada, o notare le stazioni e le carrozze della metropolitana immacolate dopo il passaggio di migliaia di persone.

Il popolo giapponese ha fatto della bellezza e dell’armonia uno degli aspetti fondamentali della società. Tutto rispecchia determinati canoni di eleganza, raffinatezza e gusto: dal semplice pasto da viaggio disposto in vassoi eleganti, suddiviso in scomparti che combinano colori e sapori con estrema ricercatezza, ai meravigliosi giardini, alla cura delle piante potate con arte, all’architettura nelle forme più spinte e moderne, alla cura dei siti storici che conservano il fascino dei tempi dei samurai.

Allo stesso tempo è un popolo con regole insolite ed a volte strane ai nostri occhi di viaggiatori.

Una delle cose che più apprezzo durante il viaggio è l’enorme numero e varietà di distributori di bevande, fiori, cibo, giornali ecc. I distributori sono presenti ovunque, e mi danno la sicurezza che posso avere a portata di mano la risposta alle mie esigenze quotidiane. La varietà di bibite e bevande sono per lo più a me sconosciute, ed ogni volta è una delizia fare nuove scoperte.

Se poi ho bisogno di un fazzoletto di carta perché comprarlo? Una delle forme pubblicitarie più diffuse è quella di incaricare i giovani di distribuire i pacchetti di fazzoletti, che portano in evidenza sulla confezione il prodotto o il locale da pubblicizzare. In questo modo si è risolto il problema dei volantini pubblicitari gettati via, ed io torno in Italia con le scorte, in confezioni dai coloratissimi ideogrammi.

E come mi piace non dovermi preoccupare delle mance, tanto nessuno le chiede e se offerte,  cortesemente rifiutate; davvero rilassante.

Che piacevole sensazione utilizzare sempre la salvietta calda servita dalla cameriera prima di un pasto al ristorante. Però un vero peccato non poter pranzare all’aperto nella bella stagione; in Giappone il solo pasto che si consuma in pubblico è il “bento”, pasto da viaggio acquistabile soprattutto nelle stazioni, e che si consuma in treno. Tutti i locali che dispongono di tavolini all’aperto mettono a disposizione dei clienti questi posti solo per una breve sosta, poiché è estremamente disdicevole pranzare fuori e non si verrebbe mai serviti. Mi è capitato di aspettare fino a 40 minuti, sperando che qualcuno si accorgesse di me, prima di essere cortesemente informato dell’equivoco.

Le piccole incomprensioni che possono nascere tra differenti culture ed usanze, non disturbano minimamente il viaggiatore, poiché, pur essendo i giapponesi molto formali, chiudono un occhio verso i nostri “errori”, come ad esempio il nostro soffiarsi il naso in pubblico e l’assoluto silenzio con cui gustiamo una delle meravigliose zuppe della cucina locale, poiché l’usanza locale prevede  di sorbire rumorosamente alcuni cibi.

E’ bello sperimentare ed è così tranquillizzante vedere che, nonostante ci siano poche persone che conoscono l’inglese, tutti sono sempre disposti a venire in aiuto dello straniero alle prese con le piccole difficoltà quotidiane.

Ed io non vedo l’ora di ripartire e sbarcare nuovamente su questo piccolo pianeta lontano.

Marco Giusti, Consulente di viaggio online Evolution Travel Italia

Antica via di Kyoto
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Geisha a Kyoto
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Miyajima, Santuario Itsukushima
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Tempio Fushimi Inari a Kyoto, Japan
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