Io mi sono sposata in Portogallo, nell’Alentejo, la regione sotto Lisbona il cui nome, appunto, indica “sotto il Tejo” (o Tago in italiano), il fiume che accompagna la costa di Lisbona e che sembra un mare per la sua immensità. Era come vivere un sogno, il tramonto più bello che abbia mai visto. Ed eravamo in campagna, nell’entroterra, perché il mare, li, non arriva.
Dalla casa in cui vivevo a Lisbona invece si vedeva il Tejo, al mattino bevevo il mio caffè seduta sul davanzale e mi dimenticavo di ogni cosa, perché le viste che regala questa città sono indescrivibili.
Scorgevo il ponte 25 de Abril, sospeso sull’estuario del fiume, ispirato al Golden Gate Bridge di San Francisco e costruito dalla stessa compagnia americana. Era come essere trasportati ogni giorno in un nuovo viaggio, seguire con lo sguardo la lunghezza del Ponte che si perdeva alla vista e intravedere nelle giornate limpide il Cristo Rei scagliato sullo sfondo come a proteggerti con le sue braccia protese e accoglienti…
L’estate è finita anche quest’anno, ma ogni stagione ha i suoi pregi. E ciò non può esser più vero se non parlando della programmazione del nostro prossimo viaggio.
Prima di me Saramago aveva già poeticamente descritto che “Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era”