Bruno Bottaro

Bruno Bottaro
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Bruno Bottaro è un viaggiatore dotato di una grande passione, la stessa che una decina di anni fa lo ha portato a trasformare le sue esperienze e la sua competena in un’attività professionale. Oggi è il responsabile per India e Seychellles sul portale di Evolution Travel e noi lo abbiamo incontrato per rivolgergli alcune domande.

Come nasce la tua passione per i viaggi? Quali sono state le tue prime mete significative?

La mia passione per viaggi nasce all’età di 17 anni. A quei tempi ero un appassionato del CTS e seguivo con grande interesse tutte le proposte che venivano pubblicate mensilmente sul loro catalogo. Ricordo che un giorno trovai pubblicata una tariffa aerea molto bassa per l’India. Il vettore era Air India e sinceramente non era tra le più promettenti compagnie aeree, ma il budget era basso e decisi di prenotare. Quel volo e quel viaggio rappresentarono la svolta decisiva per tutto quello che mi sarebbe poi accaduto a livello professionale fino ai giorni nostri, anche perché zaino in spalla organizzai giorno per giorno il mio itinerario. L’India, anche per la sua particolarità e complessità, è stato il paese apripista per altre avventure che nel corso degli anni si sono susseguite in altre destinazioni come Nepal, Tibet, Bhutan, Sri Lanka e Pakistan.

Come ti sei poi avvicinato all’Oriente e in particolare all’India?

Solitamente si dice che l’India piace o non piace, si ama o si odia e non esistono vie di mezzo. Questo è assolutamente vero e nel mio caso è stato un colpo di fulmine. Premetto che nonostante abbia conosciuto questo paese in un periodo ancora molto vicino agli hippie o alle persone che andavano in India per “ritrovare se stesse”, non ho mai avuto un’influenza di questo tipo e mi sono soprattutto concentrato sulla popolazione e sulla cultura del posto, con un occhio attento ma leggermente superficiale a quello che rappresentava a quei tempi la parte storica e monumentale di questo immenso continente. Il resto dei paesi sono stati una conseguenza e l’amare in modo completo tutto ciò che rappresentava “Oriente” ne è stata una inevitabile conferma.

Che cosa significa al giorno d’oggi viaggiare in India? Questa destinazione ha ancora il fascino di un’esperienza un po’ mistica, o l’approccio dei viaggiatori e l’offerta del Subcontinente si sono trasformati nel tempo?

Inutile dire che in questi 27 anni molto è cambiato in India e la veloce globalizzazione ha inevitabilmente interessato anche questo paese. Sono cambiate le infrastrutture, è migliorato il tenore di vita della popolazione e l’accessibilità turistica ha avuto una spinta esponenziale grazie alla costruzione di strutture alberghiere sempre più in linea con gli standard internazionali. Nonostante questa modernizzazione che nel corso degli ultimi decenni ha lanciato il paese a stella nascente del firmamento economico insieme alla Cina, rimangono enormi contraddizioni ed un divario ancora molto forte tra ricchi e poveri. Tuttavia questo a mio avviso ha preservato tradizioni, usanze ed un attaccamento alla religione che non ha pari in nessun paese del mondo. Sono queste contraddizioni e questi contrasti che portano un turista ad intraprendere un viaggio India, prima ancora di voler vedere un monumento come il Taj Mahal o un forte spettacolare come quello di Jaipur. In un viaggio in India rimarranno nella memoria prima le persone e l’umanità di questo popolo e dopo i palazzi ed i siti archeologici. Era così 30 anni fa e continua ad esserlo anche oggi per tutti i mie clienti che di ritorno da un viaggio mi raccontano la loro esperienza.
 È una costante che condivido e che a mio avviso affascina e crea aspettative incredibili.

Quali sono le tue località indiane preferite, o quelle a cui sei particolarmente legato per ragioni personali?

Non è facile rispondere a questa domanda. Si dice che per poter apprezzare al massimo la vera India è necessario fare almeno sette viaggi. Ogni viaggio è una zona diversa ed ogni zona ha una o più località che hanno rappresentato molto per la mia esperienza personale.
Volendo fare una scelta precisa pur rispettando una distribuzione equa del territorio, sono quattro le località che amo particolarmente e che continuano ancora oggi a trasmettermi delle emozioni che difficilmente ho provato in altre parti del mondo.

Rishikesh, una cittadina della regione dell’Uttarakhand. E’ stata la mia prima meta nel mio primissimo viaggio in India. Ne avevo sentito parlare come capitale dello Yoga e soprattutto avevo letto dei libri che riguardavano i Beatles che, da un loro soggiorno, ne avevano trovato ispirazione per alcuni dei loro grandi successi. Un posto fuori dal mondo e dai circuiti turistici abituali che, ancora oggi, continua a proiettarti verso esperienze incredibili ed uniche.

Abhaneri, un villaggio del Rajasthan che ho scoperto 5 anni fa. Ne avevo sentito parlare ma non avevo mai avuto modo di visitarlo. È stata una scoperta incredibile. Oltre a permettere una visione autentica della vita rurale indiana, questo villaggio racchiude uno dei gioielli artistici più incredibili di tutta l’India. Un pozzo-palazzo tra i più profondi di tutta l’India. Creato per l’approvvigionamento idrico nei mesi di siccità e trasformato in un palazzo per trovare refrigerio nei periodi caldi.

Chettinad, un altro villaggio molto caratteristico situato nel sud dell’India nella regione del Tamil Nadu. Ci arrivai per sbaglio, affidandomi ad un autista che conosceva poco le strade di quella zona. Mai errore fu più propizio. Un paese ricco di palazzi appartenuti ad una comunità di mercanti e banchieri che avevano stabilito un fiorente e redditizio commercio nella zona.

Lamayuru, un monastero nella regione settentrionale del Ladakh, che accoglie ancora oggi circa 150 monaci buddhisti. Un posto fuori dal mando e dove tutto è scandito dalla pace e dal lento scorrere delle attività. E’ stato il mio secondo approccio con l’India e rappresenta ancora oggi un rifugio dalla modernità che amo visitare ogni qualvolta ritorno in Ladakh.

Quali criteri vengono adottati in Evolution Travel per far sì che la soluzione di viaggio sia quella più adatta a ciascuna tipologia di viaggiatore?

È importante capire chi abbiamo davanti. La buona riuscita di un viaggio in India dipende principalmente dalle aspettative che hanno i clienti ma soprattutto dal tipo di esigenze che manifestano per questo tipo di esperienza.
Il mio approccio è principalmente votato a capire quali sono le motivazioni che hanno spinto il potenziale cliente alla scelta di questo paese e soprattutto a verificare quali esperienze di viaggio ha fatto in precedenza. Questo serve soprattutto per calibrare al meglio non solo la durata del tour ma soprattutto la zona da visitare. Nord e Sud possono avere grandi differenze che possono modificare queste variabili. E’ quindi importante saper suggerire ed a volte saper dissuadere una decisione dettata dall’istinto che può poi vanificare un esperienza positiva.

Da quanto tempo ti occupi anche di Seychelles e in cosa cambia la progettazione di un viaggio tra India e Seychelles?

Mi occupo del reparto Seychelles da ormai due anni. Ho preso in mano questo prodotto dopo aver fatto vari viaggi che mi hanno permesso non solo di conoscere a fondo il territorio e le isole che lo compongono, ma soprattutto di approfondire la conoscenza di tutte le strutture ricettive che variano in modo netto da isola a isola e che rappresentano un’offerta che è importante diversificare a seconda della tipologia di clientela. Possiamo trovare semplici guesthouse, piccoli alberghetti a conduzione familiare, alberghi classici più anonimi e comunque in linea con le aspettative del cliente ordinario fino ai boutique hotel e alberghi di lusso che possono soddisfare il viaggiatore più esigente. Questa variabile è a mio avviso la più importante nell’organizzazione di un viaggio alle Seychelles e si distingue in modo netto dalla programmazione di un tour in India dove l’itinerario è la costante principale prima ancora degli alberghi. Anche in questo caso capire con chi abbiamo a che fare ci permette di suggerire la migliore combinazione e la migliore struttura alberghiera in linea con quelle che possono essere le aspettative di vacanza e le esigenze di budget.

Che cosa ti stimola di più nella tua professione?

Senza alcun dubbio poter creare la migliore soluzione in base alle esigenze del cliente, sapendolo indirizzare anche quando non ha le idee ben chiare e sfruttando tutte le esperienze e le competenze che ho accumulato in tutti questi anni. La creazione poi di itinerari ad hoc e la personalizzazione di tour sono delle fasi che rifiniscono al massimo il mio lavoro e mi permettono di raggiungere grandi soddisfazioni non solo a livello professionale ma anche a livello umano. Lavorando inoltre esclusivamente on line con un struttura alle spalle che mi permette un’ampia flessibilità nell’utilizzo degli strumenti e nella gestione del lavoro, ho la possibilità di poter lavorare ovunque sono e a contatto con un mercato enorme che non si limita esclusivamente a quello italiano ma anche a quello mondiale con grandi prospettive future di crescita.

Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere un’attività nel mondo del turismo?

Per mia personale esperienza credo che il segreto per poter approcciare al meglio questa attività sia quello di dosare in modo corretto la passione per i viaggi con la formazione, la costanza e l’impegno verso un lavoro che è sempre in continua evoluzione, oltre ad una predisposizione al cambiamento che in questi ultimissimi anni non tutti gli operatori hanno saputo seguire. Un binomio di questo tipo, a mio avviso, può dare ottimi risultati e grandi soddisfazioni.

Bruno Bottaro

Consulente di viaggi online Evolution Travel  – Specialist Tour Operator India, Nepal, Tibet, Bhutan, Sri Lanka, Pakistan e Seychelles –