Pasqua in Sardegna

I riti della Settimana Santa e della Pasqua, detta anche Pasca Manna (Pasqua grande), si rifanno agli usi che la dominazione spagnola ha lasciato nella nostra isola.

I riti iniziano con la Domenica delle Palme.
Ad Iglesias cittadina del Sud Ovest Sardegna il rito pasquale si svolge come se il tempo andasse a ritroso. Il nome di Iglesias deriva proprio dallo spagnolo e significa Chiese, è come se anche dopo duemila anni il sentimento collettivo di pietà e di dolore per la Passione di Gesù si ripetesse per davvero.

L’attesa più grande è per la processione de i Baballotis: vestiti di bianco e incappucciati invadono le vie del centro storico già prima delle processioni, delle quali sono essi stessi i protagonisti.
I Baballotis sono i Confratelli che fanno capo all’Arciconfraternita del Sacro Monte di Pietà, il loro appellativo, in sardo significa animaletto, la sua origine è avvolta nel mistero, ma il loro abito ricorda molto quello degli antichi Disciplinanti o Batus in spagnolo, è un abito penitenziale che si indossa durante la Settimana Santa.

Nelle processioni vengono coinvolti anche i bambini, dapprima due che rappresentano S. Giovanni e la Maddalena nel Giovedi Santo, nel Venerdi Santo sono in gruppo.  I giovani Baballotis portano a spalla i simulacri che vengono adornati da un consistente ramo di ulivo, fiori ed essenze mediterranee.
La capella dove viene riposto il Santissimo Sacramento viene addobbata in modo sfarzoso con veli, tappetti, fiori e candele, caratteristica è la presenza de “Su Nenneri”: vasi nei quali, all’inizio della Quaresima, vengono seminati grano e lenticchie che fatte crescere al buio vanno a costituire dei veri e propri “giardini”, simbolo cristiano della Resurrezione. I germogli, una volta rinsecchiti, vengono bruciati per non essere profanati.
In tempi antichi venivano conservati con cura e li si utilizzava per “Is Affumentus” (fumigazioni), considerato un toccasana per tutti i mali. A Cagliari “ Su Nenneri” viene tutt’ora regalato a parenti e amici come augurio di fertilità e fecondità, ed esposto al centro del tavolo su cui si consuma il pranzo di Pasqua.

Caratteristica è anche la rappresentazione della Settimana Santa ad Oliena paese del nuorese dove, oltre ai riti della settimana è molto bello partecipare alla processione della domenica mattina.
La processione si svolge in una piazza cosparsa di fiori ed erbe aromatiche dove poi le due Confraternite, contorniate dalle donne vestite in costume tradizionale, s’incontrano con il simulacro della Madonna e di Gesù risorto dopo di che si andrà a messa.
Successivamente c’è un’altra processione per i rientro nelle chiese di appartenenza, poi l’invito in piazza con i dolci tipici: le casadine e i biscotti di tipici di Oliena, con balli e canti tradizionali. Poi tutti al ricco pranzo con antipasti, pasta fresca tipica con ravioli di formaggio rigorosamente conditi con sugo di carne, Maccarones de Busa e de Bocciu, porcetto arrosto e per concludere il pasto le sabade al miele.

Particolare è la Pasqua in un piccolo centro della Barbagia, Belvi paese del centro Sardegna dove oltre ai riti della Settimana Santa, la Domenica di Pasqua la chiesa viene addobata a festa con una pianta di agrifoglio, nella quale vengono appese le arance.
E’ l’unico paese in Sardegna dove viene praticato questo rito, per il quale non si sono trovate tracce del suo significato. Anche qui dopo la processione e la messa c’è l’invito fatto dal Procuratore di Sant’Agostino, nominato annualmente dal Parroco il giorno dell’Epifania.

Ha un gusto catalano la Settimana Santa di Alghero paese del Nord Ovest Sardegna: nei canti degli oranti, nei seicenteschi costumi dei Barons, nelle origini di statue e  simulacri, nei nomi stessi dei riti religiosi, indicati quasi sempre in spagnolo.
I riti sono organizzati dalla Confraternita della Misericordia, detta anche dei Germans Blancs, e si svolgono fra le antiche chiese e vie del centro storico dal Venerdì di Passione, fino alla domenica di Pasqua.
Le suggestive processioni nella notte illuminate solo dalle fiaccole, le sacre rappresentazioni che rievocano, in maniera viva e drammatica, la Passione di Gesù, i momenti corali e le liturgie officiate in catalano, gli antichi costumi indossati dai fedeli delle confraternite ammantano di tensione emotiva e mistero lo svolgersi di ogni celebrazione.

Fra i momenti più intensi e partecipati: il Martedi con la Processione dei Misteri alla luce dei farols; Giovedi l’antico rito della lavanda dei piedi che viene eseguito verso dodici confratelli che in questa ricostruzione rappresentano i dodici apostoli di Gesù; Venerdì Santo, il rito del Desclavement (la deposizione di Gesù dalla croce), la commemorazione più intensa e drammatica di tutta la Settimana Santa; la Domenica di Pasqua è il momento più festoso con l’incontro fra la Vergine e il Cristo Risorto che culmina con la celebrazione della messa pasquale in lingua catalana nella Chiesa della Misericordia.

Denise Onano, Consulente di viaggio online Evolution Travel Italia

Pasqua a Iglesias
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Pasqua ad Alghero
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