Luca Baldisserotto

Luca Baldisserotto
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Da poco più di un anno sono residente a Miami, con mia moglie Mioara. Abbiamo ottenuto nel 2013 il visto E1 per un’attività di commercio fra USA e Italia. Il nostro lavoro sè basato totalmente su internet: vendiamo viaggi online con Evolution Travel. La scelta di trasferirsi e vivere a Miami non è stata improvvisa, ma maturata negli anni precedenti, in cui abbiamo avuto modo di passare i mesi invernali al caldo della Florida: prima col normale visto turistico di 3 mesi e poi col visto B1/B2 di 6 mesi. Per arrivare alla fine all’ottenimento del visto E1 valido per 5 anni, grazie all’attività sviluppata della nostra società americana Evolution Travel USA inc. E’ per questo motivo che consiglio a tutti di passare in prima persona qualche mese nel paese in cui ci si vuole trasferire, solo così ci si rende conto di com’è, se piace e se c’è qualche possibilità di fare qualcosa.

Grazie al mio precedente articolo su MolloTutto ho ricevuto e ricevo molte richieste di informazioni da parte di persone che mi chiedono come si fa a trovare lavoro a Miami, come si può fare per trasferirsi, se qui la vita è costosa, ecc… Quindi ne approfitto qui per dare qualche informazione in più, basandomi sulla mia esperienza personale, maturata sul campo.

Molti ragazzi italiani credono basti arrivare a Miami, cercare un lavoro in un qualche bar o ristorante per mantenersi e viverci stabilmente. Niente di più sbagliato, perchè se la Polizia ti becca sei espulso dal Paese e non puoi più rientrare per alcuni anni. C’è comunque un evidente contraddizione, ossia che i locali a Miami sono pieni di ragazzi stranieri che lavorano irregolarmente (guadagnano pure bene con le mance) e la Polizia sembra non vedere. Poi magari leggi la news sui due ragazzi italiani di 20 anni (cosa realmente successa 3 mesi fa) che arrivati nell’aeroporto di Miami si vedono aprire la valigia, escono due grembiuli da cuoco e candidamente dicono di essere venuti per trovare un lavoretto da cuochi…risultato? Due giorni di galera e rispediti in Italia per direttissima!!

Negli USA ci sono regole molto chiare e rigide sull’immigrazione ed è molto difficile ottenere un visto, se non si ha ne arte ne parte, meglio rivolgersi ad un avvocato specializzato in immigrazione. Ad esempio il Governo USA impedisce alle aziende americane di assumere persone straniere se non hanno particolari abilità, impossibili da trovare negli USA: in poche parole se sei il campione del mondo nel fare la pizza, allora ti fanno ottenere il visto e ti assumono. Ovviamente se hai i soldi sufficienti per aprire la tua pizzeria e creare posti di lavoro per gli americani, ti danno subito il visto e ti stendono un tappeto rosso. Il succo del discorso è che se porti dei vantaggi concreti all’economia USA ti ospitano, se no ti rimbalzano. Semplice! Il concetto è che se tu porti vantaggi al loro sistema, poi ti mettono a disposizione l’intero sistema, con tutta la sua efficacia, semplicità nelle regole e velocità di attuazione.

Per fare un esempio straordinario di come si può avverare il sogno americano, basta vedere la storia di un ragazzo italiano:Stefano Versace (cerca su google) con sua moglie, che in Italia ha sempre trovato mille ostacoli, ma che in America nel solo giro di un anno ha aperto non solo una sua gelateria di pieno successo, ma anche lanciato il relativo francihising e oggi ha una catena di gelaterie che sta sviluppando in tutti gli USA e nel mondo (in poco più di un anno: non sembra neanche credibile, ma questa è le velocità che si può avere negli USA).

A Miami è pieno di italiani di successo, che hanno aperto un’attività commerciale, ma non sono degli improvvisati, sono persone preparate e che già in patria avevano determinate capacità. Non dimentichiamo che l’Italia sforna fra i migliori imprenditori e professionisti al mondo, proprio grazie l’ostilità dell’ambiente burocratico italiano che offre il miglior habitat possibile per forgiarsi e irrobustirsi. Addirittura troppo, perchè una delle cose più difficili per un italiano, che si trasferisce negli USA o in altri paesi anglosassoni, è poter credere che sia più facile. A volte ci sono delle cose che da quanto semplici sono, fai veramente fatica a credere che sia possibile e pensi che ci sia qualche gabola sotto. Ad esempio, quando apri una società americana, a parte la velocità istantanea e il costo irrisorio, ci metti un po’ a capire che non devi preoccuparti che nello statuto ci sia scritto quello che tu vuoi fare con la tua attività, perchè vige il principio che puoi fare tutto, purchè sia legale. Invece in Italia se vendi mobili e poi vuoi metterti a vendere computer, devi andare dal notaio, spendere quei 1.500 euro e fare l’aggiunta nello statuto.

A proposito della figura del notaio, negli USA non esiste come è concepito in Italia (civil law), qui fanno tutto gli avvocati. Giusto per chiarire, esiste il Notary, un pubblico ufficiale che si basa sull’ordinamento del common law, è un pubblico ufficiale, che raccoglie giuramenti, può protestare delle cambiali, ricevere titoli di debito e fare altri atti permessi dalla Legge vigente dello Stato, ma niente di che. Basti pensare che chiunque può diventare Notary, sostenendo un esame e un suo servizio costa una media di 20/30 dollari ad atto…!

Questo è veramente un Paese che funziona, tutto è semplificato e le tasse che si pagano sono eque! In Florida e Nevada c’è poi il vantaggio che ci sono da pagare solo le tasse federali e non quelle dello stato e della città in cui vivi. In compenso, la vita a Miami è molto costosa e la voce più pesante è l’affitto dell’abitazione: un appartamento con una stanza viene dai 1.500 dollari al mese in su.

Mi sembra, quindi di aver fatto un quadro tanto chiaro quanto demotivante, almeno per chi pensa di prendere e andare all’avventura! 🙂

Ora, però, vorrei andare oltre al concetto di trasferirsi, che in sè racchiude sempre una percezione di staticità: è sempre legato all’idea “ok per tutta la vita ho vissuto qui e ora mi trasferisco e vivo il resto della mia vita li”. Per quanto mi riguarda non esiste proprio questo concetto, in quanto io mi sento libero di andare a vivere dove voglio e quando voglio, quindi mi considero un Cittadino del Mondo.
Che cosa mi permette di fare questo? Due cose: Internet e l’aereo!

La mia attività è totalmente online e sono libero di vivere a Miami (città che amo) oppure in qualsiasi altra parte del mondo.Infatti, per lavorare, mi basta un collegamento internet e un computer! Già ora vivo alcuni mesi negli USA, altri in Europa e altri in giro per il mondo. Per il prossimo anno sto pianificando per vivere 2 mesi in Sud Africa, 2 mesi in Jamaica, 2 mesi in Australia e il resto del tempo a girarmi gli stati degli USA. Tutto questo vendendo viaggi online, una passione diventata un lavoro, quindi piacevole e divertente!

W internet, W la libertà! 🙂

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 Di Luca Baldisserotto