Sarà una delle grandi opere che vedranno la luce in vista di Expo Dubai: ecco cosa riserverà il nuovissimo Museo del Futuro di Dubai, molto concettuale e fuori da ogni standard costruttivo conosciuto!
Malgrado la fase di stallo a livello mondiale, a Dubai si continua naturalmente a lavorare per ospitare la prossima edizione di Expo.
Avremmo dovuto assistere all’inaugurazione dell’evento ad ottobre 2020; ad oggi, quel che si sa è che la manifestazione è stata spostata di un anno.
E così, chi sogna Dubai potrà avere la fortuna di poterla visitare con tutte le nuovissime attrazioni realizzate – spesso in tempi record – negli ultimi mesi.
Tra questi, spicca per bellezza e anche per contenuti il Museo del Futuro di Dubai!
Se pensi che si tratterà del “solito contenitore” di quadri, statue e opere varie, sei fuori strada.
Il Museo del Futuro è stato immaginato come un luogo dove fa in scena l’innovazione!
Sarà piuttosto un incubatore di nuove idee, nuovi stimoli, nuovi feedback in arrivo dal mondo. Che, magari, un domani, si trasformeranno in brevetti, oggetti, patrimonio del sapere mondiale. Chissà…
Di sicuro qui si respirerà avanguardia pura, in ogni campo della conoscenza umana.
La struttura è di quelle da lasciare senza parole: architettonicamente di spicco all’esterno; intensamente simbolica all’interno.
Le aree fisse e possenti (mura, struttura in generale) vogliono rappresentare secoli e secoli di sapere accumulato dall’umanità. Arte, scienza, fisica, chimica e… Tutto lo scibile umano!
Il centro è invece vuoto, senza colonne: la scelta è voluta. Il simbolismo vuol far riflettere sul fatto che proprio in quel “vuoto” si potranno concretizzare nuove idee. Dunque, è il futuro: è lo spazio in cui verrà realizzato ciò che l’uomo non conosce ancora e scoprirà o inventerà.
Il progetto nasce da un algoritmo
Sarà interessante sapere che il progetto del Museo del Futuro nasce davvero molti anni fa e si è sviluppato mano mano che la tecnologia è progredita.
Si è lavorato con il sistema Bim (Building Information Modeling), basato su un algoritmo.
In base al cambiamento di variabili e paramentri, il sistema va a modellare la tecnologia tridimensionale per mezzo di risultati di equazioni.
E’ la prima volta che questo sistema viene applicato ad un’opera del genere, così grande e articolata, anche a livello “concettuale”.
Ed è stato proprio l’algoritmo a riuscire a spingere oltre il concetto di costruzione che ha permesso di non usare pilastri e di creare l’immenso vuoto centrale che rappresenta il futuro.
La precisione dei calcoli è stata tale che, una volta iniziata la costruzione, non è stata richiesta nessuna modifica al progetto “su carta”: davvero un risultato da record!
Questa rapporto così stretto tra tecnologia e opera umana è stato dunque già alla base del progetto in fase embrionale; e così sarà nel vero e proprio utilizzo della struttura e dei suoi spazi, quando il Museo verrà inaugurato.
Cosa aspettarsi allora? Difficile prevederlo, dati gli sviluppi continui di scienza e tecnologia.
Realtà aumentata; realtà immersiva; focus sui cambiamenti climatici; tecnologia al servizio dell’arte… o viceversa?
Il Museo del Futuro è una di quelle attrazioni che, probabilmente, sarebbe da visitare e visitare ancora: più volte nella vita, a distanza di tempo.
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