Non c’è posto al mondo che non valga la pena di essere visitato. In Arabia Saudita però un viaggio in questo momento è quasi obbligatorio.
Abbiamo chiesto a Bruno Bottaro, consulente di viaggio di riferimento per l’Arabia Saudita di Evolution Travel, di spiegarci cosa sta succedendo. “La Vision 2030 sta rivoluzionando le dinamiche del Paese permettendogli di aprirsi al mondo e sta cambiando anche gli aspetti più radicalizzati nei costumi e nella cultura”. Sfatiamo assieme un po’ di luoghi comuni?
1. Per abbattere i pregiudizi
Da quando il principe Mohammad Bin Salman nel 2016 ha dato il via alla “Vision 2030” in Arabia Saudita si stanno osservando delle vere e proprie rivoluzioni negli usi e nei costumi.
La condizione delle donne migliora di giorno in giorno. Basti pensare al fatto che possono guidare, andare allo stadio, non vestire l’abaya e “addirittura” viaggiare da sole.
Nel progetto Vision 2030 l’obiettivo è quello di diventare il Paese di ponte tra Occidente, Africa e Asia aumentando le opportunità lavorative, innalzando la qualità di vita della popolazione e puntando tantissimo sul turismo.
Una rivoluzione sociale profonda è possibile, soprattutto per una popolazione formata al 70% da ragazzi che hanno meno di 28 anni (molti dei quali hanno studiato all’estero).
2. Per essere tra i primi turisti del Paese
Sono solo un paio di anni che questo Paese ha permesso, a persone da tutto il mondo, di entrare con il semplice visto turistico e già si preannuncia come una delle destinazioni del futuro. Non a caso uno degli ultimi scapoli d’oro, Lapo Elkann, ha trascorso la luna di miele con Joana Lemos proprio qui.
L’Arabia Saudita, per questo motivo ha il fascino di un Paese accessibile a pochi e conserva tutta l’autenticità di una meta che non è ancora stata travolta dal turismo.
3. Per godere delle bellezze storiche e naturalistiche
Le acque trasparenti del Mar Rosso, l’incredibile vastità del deserto, le stellate da gustare ad occhio nudo e alcuni dei paradisi naturali e dei siti archeologici più belli del mondo. Da Mada’in Salih, il sito archeologico che nulla ha da invidiare a Petra, al cuore storico di Al Balad a Jeddah, che fu per secoli la porta di accesso dei pellegrini musulmani diretti a La Mecca e Medina. Dalle montagne di Al-Quarah ad Al Ula con il suo insediamento risalente a ben 200.000 anni fa.
Ed ancora: la zona a sud di Abha con il villaggio di Rijal Almaa e Al-Ahsa, uno dei cinque siti UNESCO e oasi più grande del mondo. E non finisce qui perché tra gli obiettivi della Vision 2030 c’è anche quello di raddoppiare il numero dei siti patrimoni UNESCO dell’Arabia Saudita per incentivare sempre di più il turismo
4. Per assaggiare la cucina tradizionale
L’Arabia Saudita è un Paese che va assaporato. Un modo per comprendere la complessa cultura saudita è sicuramente quello di sedersi a tavola. I piatti della cucina tipica saudita sono infatti legati a doppio filo con la tradizione, tanto che le famiglie si tramandano le ricette originali da generazioni.
Dal kabsa, al mutabbaq, dal biryani al luqaimat: assaggiare i piatti tipici significa immergersi con tutti i sensi nella cultura.
5. Per comprendere le contraddizioni di un Paese ricchissimo
Svettanti grattacieli e antichi siti archeologici, opulenti giardini in fiore e infinite distese desertiche, musica a tutto volume e il canto del muezin, griffe mondiali e souq tradizionali: l’Arabia Saudita è fatta di tutto questo… e molto altro.
Dal massimo del lusso e dello sfarzo, alla semplicità mondo beduino: è una terra di contrasti che merita di essere visitata per essere compresa.
Redazione Evolution Travel