Bruno Bottaro, consulente di riferimento per i viaggi di trekking di Evolution Travel, non ha dubbi: l’escursione a piedi per raggiungere il Campo Base dell’Everest è una delle esperienze più emozionanti della vita.
Qui un secolo di alpinismo ha compiuto imprese al limite del sovrannaturale – e continua a compierle – ma le storie che si raccontano in Nepal vanno ben oltre le cime conquistate.
Il trekking al Campo Base dell’Everest è il percorso più famoso del mondo e regala scenari mozzafiato che sono difficili da spiegare. Significa sentirsi minuscoli di fronte ad alcune delle cime più alte del mondo, ma significa anche sentirsi capaci di essere arrivati fino a qui con le proprie forze.
Everest (8848 mslm), Lhotse (8414 mslm), Nuptse (7861), Pumori (7165 mslm) e tu. Un puntino minuscolo, partecipe di tutta questa meraviglia del mondo.
L’Everest è la montagna per eccellenza, è uno dei simboli del nostro pianeta. È però anche un luogo su una carta geografica, e tutti lo abbiamo sognato almeno una volta: un giorno, andrò sull’Everest.
Come funziona il trekking?
L’escursione inizia a Lukla (2830 mslm), dopo aver preso un breve volo da Kathmandu, e termina al Campo Base dell’Everest a 5356 mslm.
Il percorso a piedi si snoda lungo la regione di Khmbu, che dalla cittadina sherpa di Namche Bazaar, attraverso rododendri in fiore e foreste, oltrepassa monasteri buddisti e muri di preghiera.
Oltre alla bellezza del posto infatti è un viaggio che ti permette di entrare in contatto con la complessità del Nepal. Un Paese nel quale si concentrano le montagne più alte della Terra ed è popolato da numerose etnie con culture e religioni tra loro diversissime. La patria dell’alpinismo d’altissima quota, ma anche terra di grande spiritualità.
Non sono in pochi a “bloccarsi” di fronte ad un supposto caos nepalese. Si tratta di unerrore, dovuto al fatto che si tende ad accomunare questa piccola nazione alla vicina India. Non è così: certo, Katmandu è una città frenetica e rumorosa, ma basta spingersi verso le montagne perché i ritmi rallentino, la vita si faccia più tranquilla, lo spirito possa sorridere di fronte al mistero delle montagne gigantesche.
Il trekking in questo è l’emblema del silenzio e della contemplazione.
Potrai effettuare il percorso pernottando presso le case da tè o lodge, dei semplici rifugi alpini dotati però di tutto quello che ti servirà per recuperare le forze, compresi deliziosi pasti caldi e letti confortevoli.
Quanto è difficile? Quale attrezzatura serve?
Raggiungere il Campo Base dell’Everest è impegnativo fisicamente, ma non fuori dalla portata di una persona mediamente allenata. Le guide Sherpa che ti accompagneranno sapranno infatti ascoltare ogni tua necessità e ti assicureranno un’escursione piacevole.
L’attrezzatura che ti serve è quella normale da montagna. Potrai portare uno zaino piccolo con il quale camminare durante il giorno per avere sempre con te acqua e un piumino, mentre uno zaino più grande verrà trasportato dai portatori in ciascuna tappa del trekking.
E poi ci sono gli sprovveduti – come vengono additati sui social – che salgono in scarpe da ginnastica sul Monte Rosa. Peccato che, nonostante le polemiche, costui sia il Nirmal Purja, alpinista nepalese Re degli Ottomila, l’unico ad aver effettuato la prima ascensione invernale del K2 e ad aver scalato in meno di sei mesi tutte le quattordici montagne che superano gli 8.000 metri di quota.
Insomma, se decidi di imitarlo nell’outfit dovresti imitarlo anche nella tecnica, ma per questo trekking non ce n’è bisogno: il Campo Base dell’Everest ti aspetta!