In Myanmar c’è un luogo che sembra non appartenere a questo tempo: è il Lago Inle. Un posto diverso da qualsiasi altro al mondo, con ritmi inconsueti e con panorami inediti: animato da un popolo molto laborioso, è puntellato di orti galleggianti.
Arrivare sulle sponde di questo lago vuol dire regalarsi attimi di vera pace, di completa sintonia con una natura che – pur essendo regolata dagli uomini – non è “forzata”.
Tutto scorre fluido e lento, pur essendo diventato un posto turistico: malgrado ciò, mantiene inalterata la sua autenticità.
Tutto intorno e letteralmente sul lago, sorgono una serie di piccoli villaggi abitati per lo più da pescatori e artigiani.
Per un’immersione nella vita quotidiana, si potrebbe pensare di andare nel villaggio di Inthein dove si svolge il mercato più noto e frequentato di quest’area: qui è il cuore pulsante delle contrattazioni, delle merci e della vivacità di chi abita attorno al lago.
Probabilmente, ti colpiranno due elementi sul Lago Inle: stiamo per svelarteli!
1) Gli Hyntha: i pescatori
Sulle sponde vive, serenamente da secoli, l’etnia Hyntha. Sono persone dedite per lo più alla pesca che vivono operosamente il lago.
Li riconoscerai a colpo d’occhio: si muovono a bordo di speciali imbarcazioni costruite da loro stessi, caratterizzate dal fondo piatto.
Il loro incedere sull’acqua è lento, cadenzato.
Poi si sporgono au una gamba sola e inziano a pescare: sembra quasi un’antica danza elegante. O forse è un rituale: di certo è una forma di “navigazione” e di lavoro tradizionale.
Ti incanterai a guardarli e a seguirne i movimenti: osservarli è ipnotico e rilassante!
2) Gli orti galleggianti
Il Lago Inle è così importante che viene utilizzato anche per coltivare sulle sue acque. Ti sembrerà impossibile, eppure è così.
Questo specchio d’acqua è così tanto il centro della vita di questi villaggi che dà da mangiare persino frutta e verdura, non soltanto quindi il pescato quotidiano.
Gli orti che galleggiano sono rigogliosi e un tripudio di colori: vengono piantati anche fiori.
Vengono costruiti utilizzando, per cominciare, le alghe: se ne devono “ammucchiare” molte, in modo che possano ricoprire completamente delle canne di bambù.
Quando tutto è pronto, con una tecnica inventata da questi popoli, questa costruzione viene ben ancorata sul fondale.
Il “terreno” di coltura sono quindi le alghe, sulle quali si riesce si riesce a fare veri e propri orti; si coltiva anche la frutta, così come i fiori.
Ti sembrerà davvero di ritrovarti in un luogo sospeso nello spazio e nel tempo; di certo è unico al mondo e ti renderai conto che, anche nell’operosità e nel lavoro quotidiano, qui si riesce a respirare spiritualità, proprio nei piccoli gesti di queste persone.
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Redazione Evolution Travel
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