L’Indonesia: un arcipelago di 18 mila isole!

L’isola deserta, il sogno di tutti, o almeno di molti, un angolo di paradiso tutto per se dove ritrovare il contatto con la natura ed immaginarsi moderni Robinson Crusoe.

Un sogno? Assolutamente no, basta sapere dove orientare la bussola!
Il viaggio è appena iniziato, la rotta punta verso Est, la meta è l’Indonesia, dove ci aspettano popolazioni antichissime con trazioni e riti millenari, foreste tropicali di incredibile bellezza, risaie a terrazze famose nel mondo, ed infine uno dei mari più belli, amato da appassionati di surf, kite surf e diving.
Raccontare l’Indonesia in poche righe è quasi impossibile ma voglio comunque provare a trasmettervi l’emozione che provo ogni volta che ho la fortuna di scoprire qualche angolo segreto e remoto di questo straordinario arcipelago con le sue 18 mila isole (c’è chi dice 19 mila).
Tra queste l’arcipelago di Karimunjawa, il mio preferito, un Parco Marino composto da 27 isole ancora incontaminate tra cui Krakal, un’isola deserta e privata per una notte magica in completa solitudine.

Una meravigliosa mini crociera di 30 minuti, con pranzo a bordo, conduce gli ospiti del Kura Kura resort sull’isola deserta di Krakal, dove possono decidere se godere della compagnia del guardiano, che si tratterrà sull’isola senza disturbarli, o se rimanere completamente soli. Due camere da letto ed un soggiorno a pochi metri dalla spiaggia e dalle acque cristalline; niente elettricità ma solo lampade ad olio ad illuminare una romantica serata accompagnata da un’ottima cena.

Un’esperienza altrettanto unica la regalano anche le isole di Sebayur (Komodo), Rinca e Irian Jaya (oggi denominata Raja Ampat). La prima, famosa per la possibilità di trovarsi a tu per tu con il famoso varano di Komodo, è molto apprezzata il per i suoi fondali incontaminati e ricchi di flora e fauna. La seconda Irian Jaya (come veniva chiamata prima), provincia Indonesiana che si trova nell’isola di Papua Nuova Guinea occidentale, è ancora poco conosciuta in quanto i collegamenti sono ancora molto difficili e richiede un grosso spirito di adattamento, ma Raja Ampat, (come viene chiamata adesso) che significa “i 4 Re”, offre quanto di più bello al mondo si possa sperare di trovare fuori e dentro l’acqua: qui la natura ha fatto davvero un lavoro di fino tanto da diventare il sogno di tutti i biologi marini!

Unica nel suo genere è l’Isola di Trawangan, selvaggia e irriverente, che deve il suo il fascino alla totale assenza di mezzi di trasporto a motore (ci si muove  solo a piedi, in bici oppure con carrozze trainate da cavalli “baby”)  dall’illuminazione ancora poco diffusa, soprattutto nella parte più estrema della strada principale che costeggia la spiaggia, e da un’atmosfera hippie che richiama luoghi primordiali dove il turismo, seppur molto presente, non è ancora riuscito ad intaccare i ritmi lenti e placidi degli indigeni. Per strada tutti ti accolgono con grandi sorrisi, i “commercianti” del luogo ti invitano a visitare i loro negozietti, ricchi di una artigianato molto raffinato, ma non sono mai invadenti o fastidiosi. Completano il fascino di questa piccola isola tutta da scoprire le bellissime spiagge bianche lambite da un mare cristallino che ha davvero poco da invidiare agli atolli maldiviani.

Più a nord il Sulawesi, con le sue numerose isole satellite, (grande oltre la metà dell’Italia) conosciuto anche come Celebes, dalla forma accartocciata, che si trova tra il Borneo e le Molucche. L’attuale nome di Sulawesi sembra provenire da Sula (isole) e “besi” (ferro), facendo riferimento ai giacimenti di ferro intorno al Lago di Matano, i più ricchi dell’intera area sud-orientale dell’Asia. Protetta dalle montagne e colonizzata da una fitta giungla, l’isola ha assicurato alle primordiali popolazioni un sicuro rifugio, tanto che alcune di esse sono riuscite a mantenere i propri usi e costumi inalterati fino ai giorni nostri. Dei vari gruppi entici sicuramente il più interessante è costituito dai cristiano-animisti Toraja che vivono sull’altipiano centrale, di cui sono famose le cerimonie funebri che richiamano durante l’anno schiere di turisti.

Il paesaggio di Sulawesi è di una bellezza unica, da togliere il fiato a qualsiasi viaggiatore. Ubicata in una zona di transizione, raggruppa specie animali molto particolari, alcuni di derivazione asiatica, altri australiana. Si possono osservare maiali-cervo, dalle gambe lunghe e zanne ricurve all’insù, bufali nani non più alti di un metro, marsupiali ed alcuni primati tra cui il più piccolo al mondo alto solo dieci centimetri che risponde al nome di “tarsio spettro” (lo possiamo trovare nelle foreste nei dintorni di Manado), ed il macaco nero. Anche la vegetazione è lussureggiante, da non perdere per gli appassionati di botanica, ma anche semplicemente di fotografia.
Insomma, l’Indonesia è un dedalo di cultura, natura e tradizioni da lasciare senza fiato per la sua spettacolarità. Niente vale di più di in un viaggio attraverso questo paese davvero magico!

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Walter Quintavalle, Consulente di viaggi online Evolution Travel

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