Tunisia, quello che non ti aspetti

1300 km di costa, 300 giorni di sole all’anno e tre lunghi millenni di storia. In Tunisia tante sono le cose che si possono fare oltre al soggiorno mare.
Ci sono siti archeologici da visitare, il deserto con le sue oasi, le cittadine con le loro tradizioni, la thalassoterapia…
Vicinissima all’Italia e facilissima da raggiungere è una meta estiva ideale.
Sono molte le tracce dei Romani che si trovano in Tunisia, e chi pensa che ci sia solo mare sbaglia di grosso.

Vi voglio parlare un po’ di quello che si può trovare e vedere.
Iniziamo con El Jem con il suo anfiteatro; circa 35000 posti a sedere e costruito presumibilmente intorno al 238 d.C.. Fino al diciassettesimo secolo rimase più o meno intatto. A partire da quel momento le sue pietre vennero usate per la costruzione del villaggio limitrofo di El Jem e della Grande Moschea di Qayrawan.

Bulla Regia, antica colonia romana qui vengono conservate, oltre alle terme, al foro e al teatro, alcune splendide ville romane sotterranee, uniche nel loro genere, costruite su due piani, uno dei quali interrato. In questo modo i ricchi proprietari si mettevano al riparo dalla calura estiva.
Al piano sotterraneo delle ville ci sono le stanze da letto e la sala da pranzo che si aprono su un peristilio da cui ricevono luce, ma essendo sotterranee sono molto fresche (la differenza di temperatura con la superficie è decisamente apprezzabile). Nelle ville si trovano alcuni raffinati mosaici

Dougga, posta in un grandioso paesaggio,con le sue antiche vestigia, le più suggestive e meglio conservate di tutto il paese tra cui il mausoleo punico, il teatro, il Capitolo, il Tempio di Caeslestis

E che dire di Cartagine, per chi si reca in Tunisia, una delle tappe più significative è senza dubbio questa, la città epica, padrona per secoli dei commerci marittimi di tutto il Mediterraneo; città a cui è legata la leggenda del tragico amore di Didone ad Enea.

Abbandonando i siti archeologici parliamo un po’ di natura..
Tozeur è l’oasi nella quale ristorarsi, all’estremità della distesa bianca di cristalli di sale del Chott El Jérid (lago salato) e delle dune che annunciano il deserto ed in cui le palme ed i giardini sono alimentati da circa duecento sorgenti.

Partendo da Tozeur e attraversando il lago Chott El Jérid  (la sua superficie  che è composta da un agglomerato di cristalli di sale poggianti su un fondo sabbioso ed argilloso.
Le precipitazioni nella zona superano raramente i 100 mm annui e la temperatura raggiunge spesso i 50°C, cosicché in estate il lago è completamente secco), si arriva a Kebili, che annuncia la più sahariana delle oasi del sud: Douz.

Douz è un villaggio tipicamente desertico, circondato da dune di sabbia, che conserva gelosamente i suoi usi e costumi ancestrali. È la porta del deserto da cui partono i Mehari e i safari sahariani.
Annualmente, in particolare nei mesi di novembre e dicembre, in quest’oasi viene svolto il “Festival del Sahara”, che richiama tutte le tribù nomadi da Tunisia, Algeria, Libia ed Egitto.

La manifestazione folcloristica, che dura quattro giorni, si svolge come una sorta di olimpiadi del deserto. Si apre con una grande parata, seguita da canzoni, balli, cerimonie e matrimoni tradizionali.

Insomma, che dire… Non c’è proprio da annoiarsi! E dopo aver visto tutte queste magnifiche cose, dopo essere entrati in contatto con la gente che è splendida, perché non rilassarsi un po’ al mare con qualche trattamento di thalassoterapia?

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Barbara Cuccaroloconsulente di viaggi online Evolution Travel

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