Dubai, il cuore pulsante dell’Emirato

Dubai è un grande città in costante evoluzione: questo è ciò che si vede dall’alto del 124° piano del Burj Khalifa, il grattacielo più alto al mondo: un brulichio di attività e di mezzi che lavorano senza posa. Lo stesso Burj Khalifa è nuovo di costruzione: basti pensare che sulle guide di Dubai del 2010 se ne parla a mala pena, perché all’epoca era ancora in costruzione!

Utile da sapere su Dubai è  che esistono due linee metropolitane modernissime ed alternative ai taxi e ai bus, che collegano l’aeroporto con le due sponde del Creek. Il Creek  attraversa Bur Dubai e Deira, i due quartieri della città tradizionale che con l’immensa Jumeirah, la città “nuova” e la Luxury Dubai delle spiagge, dei grattacieli, dei grandi mall, dell’esagerazione in generale costituiscono il cuore pulsante dell’Emirato.

Camminando sul lungofiume si ammirano gli abra, i taxi fluviali che collegano i vari approdi lungo le due rive, e i dhow, grandi barche tradizionali utilizzate oggi per crociere lungo il creek o come ristoranti per cene al chiaro di luna. Gli abra sono barchette piccole, fatte per trasbordare una decina di persone per volta. Esse rappresentano per gli arabi il modo più veloce per raggiungere l’altra riva del creek, e sono usate dalla popolazione locale, che snobba la metropolitana.

Contrariamente a quanto solitamente si immagina a proposito di Dubai, la città non è solo oro e gemme, non è solo shopping estremo ed esagerazione portata all’eccesso. Dubai è anche una comunità araba ancorata alle tradizioni in tutto e per tutto, dall’abbigliamento alla preghiera in moschea alla frequentazione dei souq che non sono solo poli di attrazione per turisti, ma mercati frequentati dagli abitanti dell’emirato.
Soggiornando a Dubai non sarà difficile sentire alle 6 del mattino il canto dei muezzin che risuona per la città e che culla dolcemente il risveglio.

Non bisogna dimenticare che oltre la vetrina di lusso ed eccesso che Dubai ha creato per se stessa nel mondo, esiste una città tradizionale che vale la pena di scoprire lentamente, con i modi blandi e calmi propri della gente del Golfo Persico. Una passeggiata nel souq delle spezie di Deira o nel souq delle stoffe di Bur Dubai dà più soddisfazione delle vetrine di un centro commerciale, anche se è il più grande del mondo.

Se si decide di fare una passeggiata nella zona di Al Rigga di sera ci si accorge che la notte è giovane e piena di vita, tra luna park, mall aperti fino a tardi e sovraffollati, ristorantini e locali pieni di avventori nonchè gente per strada. Ci si può imbattere anche in un mercatino che vende roba da mangiare, frutta e succhi, ma anche abbigliamento, borse e gioielli. E’ un  mercatino  veramente frequentato solo da gente del posto e turisti arabi. Esso non è segnalato sui percorsi turistici canonici. Ma si può restare davvero sorpresi di questa scoperta casuale, un luogo perfetto ed autentico dove si possono comprare oggetti, scarpette, borsette…magari non proprio dai gusti occidentali ma con quel mix tra l’arabeggiante e il kitch, semplicemente adorabile!

Visitare il Fort Rashid che ospita il Dubai Museum farà fare un salto all’indietro nel tempo. Al suo interno, attraverso una serie di ricostruzioni a grandezza naturale,  viene illustrata la cultura e la società di Dubai. Essa è nata come villaggio di pescatori e di pescatori di perle e, la vita si svolgeva nei souq, in casa, sulla spiaggia, nei campi. Alcuni di questi gesti, come la vendita delle spezie o dell’oro nei souq, o le lezioni a scuola, sono ancora ben radicate nella quotidianità degli abitanti di Dubai ed essi vengono mostrati nel loro abito tradizionale: bianco lungo con il tipico copricapo bianco per gli uomini; nero, col velo che avvolge il volto e una sorta di maschera (per proteggere dal vento e dalla sabbia) per le donne. Gli abitanti di Dubai tuttora vestono così, magari con alcune varianti che riguardano per gli uomini il colore della veste, che può anche essere beige, e per le donne alcune variazioni sul tema del velo nero, che può coprire tutto il viso, ma è a discrezione della singola donna, mentre solo poche indossano la maschera tradizionale.

All’interno del Museo una sezione è dedicata all’archeologia, che solo negli ultimi anni ha visto uno sviluppo, dovuto ai grandi lavori di edilizia che hanno interessato tutta l’area di Jumeirah. Quella che ora è la parte “in” della città, ospitava già nel VII-VIII secolo d.C. una città fortificata di cultura Omayade, lungo la via carovaniera tra l’Oman e l’Iraq: un caravanserraglio, insomma, una stazione di sosta per le carovane in marcia.
Nessuna preoccupazione, la visita è piacevole, l’esposizione è semplice ed efficace e riesce a presentare un quadro della cultura di Dubai, quella che si trova oltre, o sotto i grattacieli.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare,  Dubai è assolutamente a portata di portafoglio per la maggior parte dei turisti del mondo: la moneta, il Dirham, ha un cambio molto conveniente con l’euro, 1 AED (sigla del Dirham) vale infatti all’incirca 0,20 euro e i prezzi in generale non sono alti; tolti i casi limite degli hotel e delle strutture più ammirate quali il  Burj Al Arab, l’Atlantis, l’Armani e il Burj Khalifa. Così per mangiare, la cena in uno dei più prestigiosi ristoranti di Bastakija, il Bastakia Nights, completa di 4 portate di cui una è una grande piattata di kebab di agnello, pollo e manzo, si aggira sull’equivalente di 40 euro, ma prendere un piatto di kebab al ristorante libanese al Mall of the Emirates costa l’equivalente di 9 euro!

Forse noi occidentali non sappiamo che il turismo prevalente a Dubai proviene dal mondo arabo e indiano: incontrerete tantissimi turisti nei loro abiti tradizionali, le donne arabe col velo, gli uomini arabi col copricapo tradizionale, le donne indiane coi loro coloratissimi sari. E gli occidentali? In proporzione sono molto pochi, e soprattutto russi e tedeschi.

A differenza di quanto avviene nelle hall dei grandi hotel americani, qui non ci si può neanche avvicinare all’ingresso dell’Armani Hotel, del Burj Khalifa o del Burj al Arab. La foto ricordo si fa da fuori, a meno che, ovviamente, non si prenoti l’ingresso  per entrare all’interno.

Una delizia del palato sono i dolcini tipici di questa parte del mondo arabo, sono così gustosi e si scopriranno troppo tardi, che al ritorno si avrà il rimpianto di non averne comprati a sufficienza da gustare a casa propria magari raccontando le meraviglie di Dubai agli amici.

C’è poi una cosa fondamentale che chi va a visitare Dubai dovrebbe fare: sgombrare la mente da pregiudizi e preconcetti: Dubai non è solo la regina tra le mete dei viaggiatori di lusso, essa è anche tuttora una città araba che, nonostante sia di costruzione molto recente (era un villaggio di pescatori ancora negli anni ’30), vive ancora la sua identità di paese arabo, con le sue attività, l’abbigliamento, la religione, le sue abitudini. Questa è Dubai: due città in una, l’una della tradizione e l’altra dell’innovazione, l’una della semplicità, l’altra dell’eccesso, l’una più propriamente araba, l’altra ormai cosmopolita. Ma che non potrebbe esistere senza ricordare le proprie radici.

Cristina Giro, Consulente di viaggio online Evolution Travel Italia

Burj Khalifa
shadow
Atlantis
shadow
La falconeria
shadow
/ Idee di Viaggio