Il fascino della Cambogia

Dici Cambogia e ti vengono subito in mente immagini di antichi templi in rovina che emergono dal folto della vegetazione. E’ uno dei tanti viaggi che ho fatto nel sud est asiatico per scoprire a poco l’Indocina questa terra affascinante quanto estesa, omogenea quanto variegata. Il miglior itinerario, per conoscere al meglio la Cambogia, ammirare i pezzi di storia che nasconde e la natura imperante ed entrare in contatto con la gente che ci vive, è quello che descrive una sorta di anello in senso orario dell’immenso lago Tonle Sap comprende Phnom Penh, Battambang, Siem Reap-Angkor e Kompong Thom ed infine ritorna a Phnom Penh non trascurando però una visita alla riserva naturalistica di Prek Toal e del parco-zoo di Phnom Ta Mao.

Sono arrivata in Cambogia via terra, giungendo dal Vietnam e quindi ho potuto notare, non senza meraviglia, il passaggio da un paese all’altro. Da una parte il Vietnam che si è ricattato da una storia tanto crudele quanto recente che lo ha pesantemente caratterizzato nell’ultimo secolo. La volontà di rinascita e di riscatto ha portato il paese ad una nuova vita proiettata verso l’evoluzione e la modernizzazione. Dall’altra parte la Cambogia rimasta ancora arretrata di secoli; con una vita basata fondamentalmente sull’agricoltura e sulla pesca, con una popolazione “sorridente” e cordiale, soddisfatta della proprioa vita perché non sa cos’altro possa esistere. Una Cambogia che mostra la vita quotidiana nella sua semplicità e schiettezza.

Lungo questo tragitto ho potuto scoprire alcuni dei siti che hanno reso famoso il Paese, primo tra tutti la conosciutissima Angkor, ma anche testimonianze delle diverse civiltà succedutesi in quei luoghi, i tantissimi templi situati al di fuori dei circuiti turistici. Ad Udong, antica capitale cambogiana, si possono ammirare le pianure circostanti dall’alto delle colline che ospitano alcuni stupa di re del passato, mentre nei dintorni di Battambang le visite prevedevano un “primo assaggio” di templi in stile angkoriano (il Banan, raggiungibile con una scalinata di 360 gradini e l’ Ek Phnom) e il Phnom Sampeou, una collina con diverse pagode.

Un passaggio che suggerisco poiché molto suggestivo è il trasferimento da Battambang a Siem Reap in battello fluviale, percorrendo alcuni canali ed il lago Tonle Sap: lungo le sponde, pescatori e contadini ripetono gesti quotidiani che sembrano appartenere ad un lontano passato. In Cambogia il tempo sembra essersi fermato: certi aspetti della vita quotidiana non li abbiamo forse mai visti poiché venivano probabilmente fatti prima dei nostri nonni… La pesca e l’agricoltura vengono praticate con mezzi umili ed estremamente semplici per produrre ciò che sia sufficiente alla sopravvivenza. Il Mekong è il grande fiume da cui prende vita la vita! Tutte le attività e la vita quotidiana ruotano intorno al Mekong e ai suoi affluenti.

Siem Reap è la base per la visita della zona di Angkor che da sola merita la fatica del lungo viaggio aereo (una decina d’ore dall’Italia) e la straordinaria ricchezza e grandiosità del sito appaga anche il viaggiatore più esigente: le intense due giornate (che di solito si dedicano a questo sito) sono state appena sufficienti per apprezzarne l’insieme. L’imponenza dell’Angkor Wat – entrato a far parte delle “nuove” sette meraviglie del mondo – lascia stupiti con le torri svettanti a decine di metri d’altezza, così come le sue gallerie ricche di bassorilievi che raccontano imprese di re, di battaglie e scene mitologiche. L’altra perla di Angkor è la cittadella di Angkor Thom che comprende parecchi templi tra i quali spicca il Bayon con i giganteschi volti sorridenti ed enigmatici entrati nell’immaginario collettivo. I templi più suggestivi dell’area sono sicuramente il Ta Prohm – ormai diventato un’icona per via del groviglio di radici d’albero che ne abbraccia alcuni edifici, l’imponente Baphuon, il Preah Khan (labirintico) ed il Banteay Srei, fantastico per il colore della pietra usata e per le bellissime decorazioni. Nelle vicinanze si possono anche visitare alcuni templi poco più antichi: il cosiddetto circuito dei Templi di Roluos. La riserva avifaunistica di Prek Toal è indubbiamente una bellissima parentesi dopo la visita di Angkor: con una imbarcazione si ha la possibilità di navigare tra la bassa vegetazione ed osservare moltissime specie di uccelli che qui si concentrano durante la stagione secca.

Nel trasferimento da Siem Reap a Kampong Thom (così come tutte le altre deviazioni lungo strade non propriamente agevoli, sterrate e spesso allagate) si possono conoscere altri due siti remoti ma suggestivi: Koh Ker, con l’imponente piramide alchemica che sembra esser stata trasportata lì direttamente dai siti maya del centro-america e Preah Khan (non quello di Angkor…) con il Bakan, un tempio ora molto danneggiato ma che doveva essere splendido per imponenza e decorazioni. Nei dintorni di Kampong Thom si visitano i gruppi di templi in mattoni di Sambor Prei Kuk, antica capitale del regno Chenla ed il Phnom Santuk, un centro religioso ricco di pagode, stupa e statue di Buddha scavate nella roccia in cima ad una collina popolata da scimmie.

Il viaggio finisce a Phnom Penh, la capitale: la visita del Palazzo Reale con la splendida Pagoda d’Argento, del museo nazionale, dell’angosciante Tuol Sleng (museo che racconta il genocidio perpetrato dai Khmer rossi), dei mercati Centrale e Russo ed un magnifico tramonto ammirato durante una crociera sul fiume Mekong fanno conoscere questa città, l’unica che si può definire tale in terra cambogiana.

Il viaggio in Cambogia lascia il ricordo di un paese fermo nel tempo; di una popolazione cordiale e sempre serena; di una vita che scorre lenta senza alcuna fretta e soprattutto di tanta tanta storia passata che lì si conserva in una delle sette meraviglia del mondo!

Federica BiondiConsulente di viaggi online Evolution Travel Italia

Phnom Penh - Palazzo Reale
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Angkor - Ta Prohm
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Fiume di Mekong
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