Esistono varie motivazioni per le quali un luogo entra a far parte del patrimonio UNESCO. Possono essere di origine culturale, storico e anche paesaggistico. Nella penisola di Le Morne questi motivi coesistono, ma facciamo un passo indietro.
Il melting pot di Mauritius
Mauritius è popolata da un cocktail multietnico composto persone di radici europee, africane, indiane e cinesi che oggi convivono in assoluta armonia e nel rispetto delle credenze sociali e religiose altrui, tutelandocosì l’identità di ciascuna etnia.
La popolazione di circa 1,3 milioni di abitanti è relativamente giovane perché l’isola era disabitata prima dell’arrivo dei colonizzatori. Per questo motivo gli abitanti oggi sono i discendenti di coloni, commercianti, schiavi e lavoratori che arrivarono sull’isola dopo la sua scoperta.
I quattro gruppi principali sono indù, musulmani, sino-mauriziani e popolazione di origine europea o africana. Quest’ultima popolazione è arrivata sull’isola di Mauritius a seguito della deportazione da parte dei coloni francesi e inglesi per lavorare nei campi di canna da zucchero.
Il 1° febbraio Mauritius festeggia l’abolizione della schiavitù avvenuta il 1° febbraio del 1835. Ma cosa c’entra questo con il patrimonio UNESCO di Le Morne?
Il Monte Le MorneBrabant
La storia della schiavitù e della sua abolizione è legata a doppio filo con il Monte Le MorneBrabant. Si tratta di un blocco di roccia basaltica che si eleva per 556 metri sul livello del mare.
Il monte è rinomato oggi per il grandioso panorama che si può ammirare dalla sua sommità che spazia su tutte le isole di Mauritius e per la strepitosa laguna dalla quale è circondata.
Storicamente però questo monte è noto per ben altri motivi. Nel XIX secolo molti schiavi riuscirono a fuggire e a nascondersi proprio nelle asperità del Monte Le MorneBrabant dentro alle caverne e tra la fitta vegetazione.
Dopo l’abolizione della schiavitù un manipolo di soldati inglese risalì il monte per avvisare gli schiavi fuggiaschi della loro liberazione, ma costoro, vedendoli arrivare e credendo di essere stati scoperti, si suicidarono gettandosi nel vuoto.
Da quel giorno, ogni anno, i mauriziani celebrano l’abolizione della schiavitù commemorando i loro antenati che morirono nella speranza di sfuggire alla prigionia inglese. Da qui il nome Le Morne “colui che è in lutto”.
La penisola di Le MorneLe Mornea
Ma Le MorneBrabant non è solo simbolo della sofferenza della lotta degli schiavi, ma anche di libertà.
Nel 2008 la penisola a sud dell’Isola di Mauritius è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO e da qui è iniziata la sua ulteriore valorizzazione come patrimonio culturale simbolo della nascita del popolo creolo sull’isola.
La penisola di Le Morne, sovrastata dal picco di Le MorneBrabant, è oggi conosciuta soprattutto per la bellezza delle acque cristalline della barriera corallina, e per le meravigliose spiagge di sabbia bianca che si trovano sotto il monte.
I depositi di sabbie che si formano a causa delle correnti sottomarine determinano una diversa colorazione del mare regalando effetti ottici davvero unici al mondo. Il punto panoramico migliore dal quale ammirare questo spettacolo? Ovviamente dalla cima del Monte Le MorneBrabant.
La parte più a sud della penisola è anche la più esposta ai venti e per questo la più amata dagli appassionati di windsurf e kitesurf che solcano le sette bellissime lagune adiacenti in cerca dell’onda perfetta: la “One Eye”.
La parte più a ovest della penisola di Le Morne, è invece più riparata dallo spirare dei forti venti grazie alla mole del monte, ed è qui che, direttamente sulla spiaggia, sorgono meravigliosi resort di lusso.